La pandemia ha cambiato profondamente la vita lavorativa, costringendo molte aziende a implementare lo smart working, senza vincoli specifici del luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici. Questa opportunità offre una serie di vantaggi a molti lavoratori, tra cui tempi ridotti per il pendolarismo, possibili guadagni di produttività, maggiore motivazione, migliore equilibrio tra lavoro e vita privata e migliore controllo sulla pianificazione dei tempi. D'altra parte, tra gli effetti negativi vi sono difficoltà nel monitoraggio delle prestazioni, costo del lavoro da casa, problemi di comunicazione, mancanza di chiara separazione tra compiti domestici e lavorativi e inadeguatezza a tutti i lavori.
Danni da smart working: l'ambiente domestico rischia di essere carente in molti aspetti rispetto al posto di lavoro. In particolare, l'assenza di mobili da ufficio ergonomici può impedire l'adozione di una postura sana e può favorire l'insorgenza di disturbi muscoloscheletrici. Le posture sedute prolungate sono ritenute tra le principali cause d'insorgenza di disturbi, transitivi o cronici, dell'apparato muscoloscheletrico. Infatti, durante il mantenimento di posture fisse, vengono esercitate notevoli pressioni su tutte le strutture che compongono il rachide. Algie importanti derivano proprio da un'eccessiva compressione dei nervi spinali e dei corpi vertebrali e, nonostante i disordini rilevati coinvolgano la quasi totalità del corpo, la letteratura evidenzia che la parte posteriore, a livello cervicale e lombare, è la più coinvolta, con conseguente rischio di dolore al collo e/o lombalgia. A lungo andare i muscoli della colonna lombare possono andare incontro a decondizionamento a causa della scarsa attivazione nella gestione posturale e del carico, che viene effettuata da strutture passive come legamenti e dischi intervertebrali. Per questo i lavoratori segnalano principalmente problemi a carico del rachide (29,5%), degli arti superiori (18,7%) e di quelli inferiori (10,8%). Le patologie alla colonna vertebrale, tra cui ernia del disco e becchi artrosici, sono quelle maggiormente indicate dagli occupati (31,7%), seguite da altri problemi osteo-muscolari (26,7%), stress, depressione o ansietà (17,1%), queste ultime maggiormente avvertite dai giovani. Diventa allora fondamentale adottare delle strategie idonee a prevenire i problemi di salute fisica legati al lavoro a distanza. Soluzioni ergonomiche: il datore di lavoro e le aziende dovrebbero garantire al proprio dipendente condizioni confortevoli per svolgere il proprio operato. Tra queste vi sono l'adozione di soluzioni ergonomiche per consentire una postura di lavoro idonea, l'informazione e la prevenzione sui fattori di rischio dei principali disturbi lavoro correlati. Al tempo stesso i lavoratori dovrebbero impegnarsi a ridurre al minimo le possibili cause d'insorgenza, mantenendo uno stile di vita attivo e adottando posture corrette sul luogo di lavoro (EU-Osha, 2010). Alcuni esperti raccomandano che il piano di lavoro e la sedia siano regolabili in altezza, in modo che i piedi siano sostenuti per essere sempre ben appoggiati a terra. In assenza di una sedia regolabile in altezza, si consiglia l'uso di un poggiapiedi. Inoltre, il monitor deve essere ad un'altezza appropriata per non forzare un'inclinazione della testa persistente. È opportuno che la distanza tra il capo e lo schermo sia di circa 60 cm, che gli avambracci siano in linea con i polsi e appoggiati di circa 5/10 cm sul piano d'appoggio, e che gli arti superiori e inferiori formino angoli di circa 90°. Postura seduta: la postura di lavoro corretta è considerata un requisito fondamentale per prevenire l'insorgenza dei disturbi legati alle attività lavorative.
La seduta prolungata, aggravata ulteriormente se associata a una postura scorretta, favorisce il decondizionamento e l'insorgenza di molteplici disturbi muscoloscheletrici, che influiscono negativamente sulle capacità dei dipendenti di soddisfare le esigenze e i carichi di lavoro. Lavorare in questa condizione costituisce un elevato fattore di rischio se la posizione viene mantenuta e protratta nel tempo, se il busto tende a sbilanciarsi eccessivamente avanti o indietro o se il rachide non mantiene le curve fisiologiche e compensa con adattamenti scorretti. Attività fisica: numerosi studi dimostrano che uno stile di vita sano, con una corretta attività fisica annessa all'esercizio strutturato, ha un effetto preventivo e terapeutico per numerose patologie correlate alla sfera psico-logica e all'apparato muscolo-scheletrico. La letteratura rivela che la pratica di attività miste, aerobiche e di resistenza, è più efficace rispetto alla sola attività aerobica. Le tipologie di attività e gli esercizi strutturati e propriocettivi, volti al rinforzo e alla stabilizzazione delle gambe, prevengono l'insorgenza dei disturbi legati agli arti inferiori, in maggior misura nel settore del ginocchio; esercizi selettivi per le braccia prevengono e riducono la sintomatologia delle forme patologiche legate agli arti superiori, quali lesioni, infiammazioni, artriti e conflitto subacromiale; esercizi selettivi mirati al rinforzo addominale e alla stabilizzazione lombare, associati ad allungamento della catena cinetica posteriore, alleviano i sintomi e prevengono lo sviluppo di patologie transitive o croniche del rachide.

Riabilitazione - Medicina Fisica e Riabilitativa - Ilaria Albanese, Sara Triacca, Luca Marin, Pamela Patanè - Anno XVI Numero 6/2021

immagine postura